Raccontare
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LB&Banchetto in Tour (15-31 ottobre 2021)
“Io ho bisogno di partire, torno a fine mese. Porto Banchetto con me“. E’ iniziato così questo viaggio, con una decisione che si portava dietro un bisogno vitale di nuovi spazi, di tempi senza regole e di emozioni di cui nutrirsi. Da qualche anno, ormai, ho imparato a viaggiare senza fare programmi, riducendo il bagaglio e comprando solo il biglietto di andata. Tutto il resto lo fa il caso e la vita che mi viene incontro. Ed è così che ho fatto anche questa volta, lasciando tutto e tutti, lasciando altri ad occuparsi del quotidiano e del lavoro, seguendo l’istinto, cercando l’altrove, scoprendo l’umanità ruotare intorno a me. E portandomi…
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Appunti di viaggio n.1 (2017)
Febbraio 2017 “Viaggio in treno. F. e D. mi accompagnano in stazione, li saluto. Bacio D. solo sulla guancia. In treno dormo male. Scopro che ha messo nello zaino sei Baci Perugina, uno al giorno. Decido che farò una foto al giorno con la frase scritta nei bigliettini dei cioccolatini. A Roma prendo il treno per Arezzo dove mi aspetta R., quello che voleva baciarmi in ascensore l’anno prima. Insieme raggiungeremo gli altri colleghi per la nostra annuale riunione di lavoro. Arriva in ritardo, ma è contento di vedermi. Durante il viaggio parliamo di naturismo e di sesso e capisco perfettamente quali idee ha nei miei confronti. Quando sono in…
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#20daysassingle
C’era un tempo in cui la mia esistenza su questo mondo dipendeva dalle relazioni che si erano instaurate con le altre persone. Sono stata la figlia di. Poi la mamma di. Poi la moglie di. Poi ancora la mamma di e la moglie di. E, la moglie di e la mamma di e di e di. Sono stata anche quella che. Ho vissuto in questo limbo, tutto sommato comodo, per diversi anni. Circondata da presenze forti, a volte ingombranti, altre volte predominanti, ho perso di vista chi fossi io realmente. E, voglio precisarlo, sono stata solo e soltanto io a perdermi di vista. Poi, un giorno, qualcuno mi ha fatto capire che…
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Il Bianco e La Madre.
Non vesto mai di bianco. Non l’ho fatto neppure al mio matrimonio. Ricordo però di averlo fatto in occasione del mio battesimo e della prima comunione. E poi basta. Perché il bianco ingrassa e non ti fa passare inosservata, soprattutto se sei completamente vestita di bianco, fino alle scarpe. E se, per completare l’opera, ti metti in testa una coroncina di fiori bianchi. Eppure l’ho fatto. Ed è stato bellissimo. Ho scoperto il bianco. Il potere magico del bianco. La capacità di riempirti gli occhi di luce e di farti brillare. E a quel punto non ti importa più di sembrare un palloncino volteggiante nell’aere. Il bianco ti rende eterea…
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A, B, C.
La sera prima ero in un castello a offrire sigari e bere rum. La mattina dopo su un aereo partito all’alba. Solo un paio d’ore di sonno, in auto, una di quelle cose che si fanno da ragazzi perchè c’è il fisico a sostenerti. Colazione in aeroporto, qualcuna suona il pianoforte. Una voce calda inizia a cantare Stormy Weather, come se sapesse che adesso sono calma come dopo che la tempesta è passata. Passerei l’intera giornata in questo luogo, che è così pieno di storie. Altro che “nonluogo” senza identità. Qui c’è l’umanità che ti travolge. E poi ci sono quelle storie. Mi diverto a riconoscerle negli occhi che mi…
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Respira
Ci sono mattine in cui le storie si svegliano prima di te e l’unica cosa da fare è lasciarle uscire fuori per evitare di rimanerne soffocata. “Respira!” era ciò che le dicevano sempre quando aveva quelle crisi in cui le mancava il fiato. “Stai calma e respira!”. Li odiava quando glielo dicevano, perché lo sapeva benissimo che respirare era l’unica cosa da fare in quei momenti e non è che non volesse farlo. Ma non riusciva a farlo. Come se fosse facile respirare, come se bastasse inspirare l’aria dal naso, sentirla passare in gola e spingerla giù fino ai polmoni. Era l’aria a non voler entrare nel suo corpo. Oppure…
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Cibo e Ricordi
“Mamma, prepari i biscotti?“. Ha ragione, è da tanto tempo che non li preparo e oggi, qualche giorno prima di Pasqua, mi sembra un buon momento per farli. Ho delle ricette che conservo in un quaderno e che uso quando voglio riconciliarmi con la mia storia. Sono ricette di dolci, per lo più, biscotti e torte. Ricette copiate dal quaderno di mia madre o trovate qua e là su giornali. Preparate tantissime volte, con lo stesso gusto che si mantiene nel tempo. E’ un prodigio. Quel dannato Proust ritorna sempre, puntuale come il profumo di biscotti che invade la casa… Preparo l’impasto, mi sporco le mani di burro e farina…
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Una volta si può anche piangere
Io, il giorno dopo il suo funerale, sono partita. E’ successo un anno fa. Avevo programmato da tempo quel viaggio e tra gli appuntamenti ce n’era uno particolarissimo: ero riuscita a trovare un posto per andare a vedere il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Lo avevo detto a mio padre e lui contentissimo mi aveva risposto, sgranando gli occhi, “Che culo!“. Ero già stata a vederlo una volta perché, da piccola, era stato lui a portarmi e ricordo che allora non c’erano file, non c’erano prenotazioni, non c’erano controlli, non c’erano tempi di visita da rispettare. C’era solo il dipinto, a due passi dai visitatori, che quasi si sarebbe potuto…
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Fallimenti
Nella mia precedente vita (ovvero qualche anno fa) vivevo il fallimento come un dramma. Era un buco nero che avrebbe irrimediabilmente risucchiato e azzerato tutti gli sforzi che facevo per raggiungere la perfezione. Il fallimento mi faceva capire che non sarei mai stata perfetta nonostante tutte le energie che consumavo in questa titanica impresa. Ieri mi dannavo, piangevo, lanciavo piatti per terra, non riuscivo a respirare, oggi rido sonoramente di me stessa: mentre cado (come è successo stamane appena uscita dal bar dopo l’aperitivo con il Locrideo), mentre sbaglio, mentre mi dimentico le cose e mentre fallisco, con soddisfazione. Per esempio. L’altro giorno mi chiama Dino e mi dice “Little…
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Capitolo I
La casa sorgeva sulla cima della collina che domina la valle del Nirto. Non c’erano altre case vicine, solo un capanno, anzi una vecchia casa in pietra, dentro cui si conservavano gli attrezzi per il lavoro nei campi. Il Barone viveva da solo perché non amava la compagnia. Aveva paura di perdere le proprie abitudini che ormai scandivano le sue lunghe giornate. In realtà il Barone aveva molte paure e tutti quei suoi strani rituali gli servivano per allontanare i fantasmi del passato che ancora, dopo tanti anni, tornavano a fargli visita quando meno se lo aspettava. La casa era molto grande, troppo grande per un uomo solo, e il…