Giuseppe non si trova
Giuseppe non si trova. L’abbiamo cercato dappert… No, non è vero, non ho fatto nulla per trovarlo. Potrebbe anche essere sotto quel mobile in salone, ma credo che resterà lì, almeno per quest’anno. La prossima volta sarà più attento a non perdersi, ecco. È vero che in un certo qual modo non ha scelto lui di diventare padre così e si è trovato sulle spalle questo pacco di Natale. Ma non l’ha scelto neppure lei.
È anche vero che in tutti i vostri presepi lui c’è, accanto a Maria, ad aspettare quel Bambino che, gli hanno detto, porterà la Luce nel mondo, ma nel mio non c’è.
Come quelle volte in cui ho guardato accanto a me e Giuseppe non c’era. Ho stretto i pugni per la rabbia finché non mi sono resa conto che, alla fine, ogni volta, ce la facevo lo stesso. Da quel giorno ho smesso di prendermela con lui e con l’Universo che sistemava le mie presenze costanti, tra le assenze.
E insomma Giuseppe non si trova e Maria non si è persa d’animo: ha sistemato il muschio, ha montato la culla, ha dato da mangiare al bue e all’asino, ha chiamato le sue amiche a disegnare un cerchio intorno a lei e alla vita. Domani le porteranno regali e cibo per tenersi forte, le terranno la mano, la sosterranno sopra i mattoni del parto. Giuseppe potrà sempre riapparire un giorno, non possiamo saperlo.
A lui è concesso il privilegio di andare via, di fronte alla vita.
A noi, alle donne, di portarla a compimento questa vita che è piena di respiri, sangue, lacrime e gioia infinita.
Tutto è pronto. Chi c’è, c’è.