ELLYS & LOUIS,  Pensare,  Raccontare

Gira, sole.

È passato poco più di un anno dall’ultimo mazzo di girasoli che ho regalato, che quindi è diventato il penultimo.
Qualche giorno fa abbiamo perso uno dei condomini. E’ che qui vivono diversi anziani e piano piano vanno via. La moglie, che veste spesso di viola e che ha riempito i balconi di piante vere e finte e di lucine colorate, mi aveva chiamata per aiutarla, che lui era caduto e non riusciva ad alzarlo da sola. Sono stata presa dal panico, non sapevo come fare, non volevo fargli male, sembrava pesante come un macigno. O forse ero io a non avere la forza necessaria, perché in quel momento avevo l’impressione che non sarei stata in grado di sollevare nemmeno un foglio di carta.
Ho rivisto mio padre, sulla sedia a rotelle, con le caviglie gonfie, quando aspettavamo per il ricovero. Poi sarebbe andato via anche lui, dopo un paio di giorni. Provavo il loro stesso dolore per quella condizione in cui io li avevo visti. Mi sono ritrovata inerme, ho chiamato l’altra vicina, giovane, che con molto più senso pratico e azione di me, ha risolto la situazione. E la forza è tornata. Che era andato via, io che ho la porta d’ingresso davanti la sua, l’ho saputo una settimana dopo. A lei non sapevo cosa avrei detto quando l’avrei incontrata e non sono riuscita a suonare alla sua porta per dirle “Ho saputo, mi dispiace“. Mi sono sentita in colpa per non averlo saputo subito, io che abito proprio di fronte a loro. Poi le ho portato una busta che le mandava la figlia.
Ecco, signora
Ha saputo?
Si, non subito, mi dispiace
Non importa. Grazie ancora per quella volta“.
Allora sono andata a comprare tre girasoli, li ho legati con un nastro giallo, le ho scritto un biglietto e ho suonato alla sua porta.
Era fine maggio dell’anno scorso quando ho regalato il penultimo mazzo di girasoli. Avevo saputo che una persona non c’era più. Non avevo potuto conoscerla e non avevo potuto salutarla per l’ultima volta. E c’era la moglie che non avrei potuto conoscere. Ho provato dolore e tristezza, come se avessi perso qualcuno che conoscevo benissimo. E poi ho sentito che dovevo  mandare un po’ di luce in quella casa. Ho chiamato la mia fioraia Valentina, ho scelto i girasoli e le ho chiesto di portarli lì. Lei era partita, ma lo stesso ho fatto lasciare i fiori dietro la porta. Non so se ha mai ricevuto quel mazzo, secco. Le avevo scritto che i girasoli guardano sempre verso il sole, verso la luce e di fare come loro. Non so se l’ha letto. Mi avevano detto che era un gesto senza senso, che non avrebbe portato a nulla. Non li ho ascoltati perché quando le azioni affiorano su dal cuore hanno sempre un senso profondo, anche se potremmo non vedere mai il risultato. “Pas besoin de réussir pour entreprendre“. Quante volte me lo sono ripetuto.
La mia vicina ha portato i fiori verso di sé, ha abbassato li sguardo, mi ha ringraziata e ha sorriso con compostezza, mi ha detto che non è facile. Si, io lo so che non è facile, lo so.

Ma i girasoli guardano sempre verso la luce.

 

 


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