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Mise en scène.
Sono passati otto anni da quando mi sono ritrovata di nuovo dietro un microfono. Non per cantare, per carità, che non ne sono capace. E poi, in famiglia i musicisti li abbiamo già. Non è il caso. Neppure per esprimere i miei pensieri, che allora non ero ancora in grado di farlo senza che mi tremasse la voce (per la verità, ogni tanto accade anche adesso, ma mi serve per ricordarmi che sono fragile). Avevo quel microfono davanti e quel fiore rosso tra i capelli perché qualcuno mi aveva di nuovo buttato su una scena da riempire, da animare di voci e di gesti. Qualcuno mi aveva dato parole a…