Messaggi dal passato – episodio 1 (2017)
“Audentes fortuna iuvat”
Ovvero, se l’universo ti ha dotato di una faccia di c..o l’ha fatto perché tu possa usarla, anzi osarla.
Che poi è come saper dire sempre sì alla vita e sapere di essere in grado di fronteggiare anche i risvolti negativi della tua predisposizione a viverla in pieno, quella stessa vita.
Ed è anche come quando pensi che di tempo per stare in pace in questa vita ne avrai quanto ne vorrai, dopo la morte.
Insomma, quel che vi volevo dire è che a stare davanti a uno specchio a contemplare la propria sofferenza e i propri fallimenti e la sfortuna cronica e l’accanimento del destino e i “se potessi”, “se avessi fatto”, “se fossi stato”, “se mi avessero dato la possibilità” … sono bravi tutti. L’ho fatto anche io e, devo ammettere, con grande successo depressivo e infelice. Ma la vita è altro e non ci dà una seconda possibilità.
Bauman l’ha saputo dire molto meglio di me:
“Non è vero che la felicità significhi una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento dei problemi, dal risolvere le difficoltà. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato, ci si sente persi se aumentano le comodità“.
Non ho usato a caso, nello stesso post, le parole “vita” e “felicità”. Camminano insieme e non dovremmo mai dimenticarlo.
Aggiungo, da ultimo, un “tempus fugit” e un “carpe diem”, che fa sempre figo.
Saluti dalla sempre vostra LB.