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#27 Elsewhere – LittleBirds On Tour
Elsewhere

#27 Elsewhere

Oggi vi racconto una storia, che ho condiviso con pochissime persone preziose per me, come lo sono i fatti accaduti, al punto che sentivo di doverli tacere ai molti. Ieri pomeriggio ho rivisto “E.T.” e non so per quale inusitata connessione è venuto fuori che adesso è tempo che questa storia vada detta.
Ero in Puglia con Banchetto, eravamo lì per un festival. È stato in quella occasione che ho conosciuto N., aveva bevuto un po’, come tutti in quella festa, forse perché eravamo in una cantina sociale o forse perché il vino pugliese è proprio buono. Lui mi fissava da lontano, da solo. Poi è venuto a sedersi con noi, con me e Banchetto, mi ha offerto del vino, abbiamo iniziato a parlare tantissimo finché lui è arrivato al punto che dovevamo per forza sposarci. Ho rifiutato, sono ancora innamorata di quell’altro, non potevo, anche se devo ammettere che avremmo riso molto, ma non potevo e poi dovevo andare a Bari con Banchetto. Mi ha inseguito attraverso messaggi e alla fine ho acconsentito ad una gita di mezza giornata a Trani, ma niente di più. È stato un bel tempo quello passato con lui e con le sue storie, che mi confermava ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, circa la mia attitudine nel richiamare a me i casi umani afflitti da pene d’amore. Le ore si sono moltiplicate e siamo arrivati fino al tardo pomeriggio, per accompagnarmi sul corso principale di Bari ed aprire Banchetto. Ci siamo dati appuntamento a più tardi ed è sparito dietro l’angolo. Dopo qualche ora l’ho visto sedersi da me e aprire una bottiglia di vino. Gli ho letto il suo messaggio. Abbiamo bevuto e parlato ancora e poi l’ho visto voltarsi e guardare un uomo alto che stava davanti a noi, aveva i capelli ricci di un bianco che era stato biondo, una volta. N. l’ha convinto a sedersi e poi è sparito, di nuovo nel nulla.
Gli ho chiesto il suo nome. Angelo, mi dice. Mi chiede di spiegargli cosa faccio. Mi dice che vorrebbe un messaggio, ma non di quelli da pescare con il numero, lo vorrebbe proprio da me, qualcosa che penso io. Mi dice che bisogna fissare l’offerta e mi propone 10€. Dico che sono troppi ma lui sostiene che sia un’offerta adeguata.
Lo guardo, ci guardiamo negli occhi, quell’azzurro brilla come non ho mai visto. Gli dico che ho la sensazione di essere di fronte a un angelo, come quelli del film “Il cielo sopra Berlino”, i suoi occhi diventano sempre più grandi e luminosi, gli dico che sento che è lui a dovermi dare un messaggio. Annuisce e gli occhi brillano, come se ci siano scintille di luce dentro. Dice che è vero, lui ha proprio un messaggio per me, dice che io devo essere felice, che quello che sto facendo è importante, è giusto, che devo farlo. Mi dice che il Signore è sulla terra. Lui mi parla a voce bassa e con un ritmo concitato, come se debba fare in fretta. Poi si alza, mi prende le mani e mi dice che sono benedetta, mentre io piango perché non so che cosa sta accadendo, cosa devo pensare. Mi dice di non piangere perché devo essere felice e “li stai guardando gli occhi? Ti rendi conto che non sono di questa terra?”
Ho avuto brividi dappertutto e un senso di non sapere assolutamente che cosa mi stesse capitando. Non c’era niente e nessuno intorno, c’eravamo solo noi due. Poi è andato via e io non sono riuscita neppure a voltarmi per seguirlo con lo sguardo, tanto ero stupefatta dell’incontro che avevo appena fatto, con un angelo dagli occhi color della luce. Lì ho capito che il mio viaggio con Banchetto era finito e che si poteva tornare a casa. N. era riapparso subito dopo, dal nulla.
Ci siamo scritti ancora per qualche tempo, poi è sparito, ancora una volta, nel nulla.

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